giovedì 10 marzo 2011


Devo scrivere qualcosa su questo, lo devo fare.

Sabato sono andato ad un incontro di Socialismo Rivoluzionario - vecchi amici Troskisti assai politicizzati e stereotipati - e un gruppo folto di ragazzi e ragazze arabe e africani (l'incontro era sugli ultimi accadimenti in Magreb, le rivolte arabe) eravamo 20-30 persone.

La bellezza delle testimonianze mi ha travolto, lì non esistevano muri, lì era bello non so descriverlo.

L'algerino con il Tunisino (ex guardia del corpo di Ben Alì) che narrava la sua esperienza accanto ad altri egiziani e africani di colore.

Ho sentito storie di migranti (40 persone partite da una città del Senegal [il pù grande 24 anni] scomparsi morti in mare), delle rivolte al Cairo dove prima nessuno si sentiva parte di una Società ed ora si sente parte di una Comunità e così non è più un peso "andare a pulire dai rifiuti la piazza insieme" perché "è come se dovessi render bella casa mia" .

Come italiano mi son sentito inferiore, parte di una società morta, senza valori...questi ragazzi e ragazze migranti sono meglio di noi dovremmo imparare da loro.

E mi sono sentito importante quando loro rivolgendosi ai presenti (me compreso, uno dei pochi italiani "bianchi" lì) ci chiamavamo "fratelli" ... e il momento più bello è stato quando un ragazzo Ghanese che aveva raccontato storie terribili, nell'uscire....mi ha sorriso e toccato la spalla a me ...che credevo di non essere nessuno per lui.
In quel momento mi son sentito "degno" di loro.

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